Cos’è il carcere per una città? Che cosa rappresenta?
Nel 2019, a Bologna, Ignazio De Francesco e Caterina Bombarda presentano un progetto che hanno realizzato all’interno della Casa circondariale “Rocco d’Amato” per detenuti comuni e di alta sicurezza. Il progetto si intitola “Religioni per la cittadinanza”, una ricerca qualitativa sull’emersione della religiosità in detenzione, analizzandone le potenzialità e le criticità. Lorenzo Stanzani, regista bolognese, ha documentato l’intera esperienza in un film intitolato “Nel bene e nel male – Dio in carcere”.
Sono piccoli tasselli di un progetto di dialogo tra fedi e culture che passa per Bologna, e che ha due linee guida: il carcere come quartiere della città, come frontiera avanzata delle trasformazioni sociali, come “laboratorio” di idee e pratiche utili per l’intera società; la collaborazione tra comunità civile ed ecclesiale, tra istituzioni politiche (quartieri, comune, regione) scuola e Chiesa. Con il suo attuale vescovo, con un quadro istituzionale ancora non “barricato” e con il suo elevatissimo cosmopolitismo (15% di immigrati da 150 nazionalità, 55% in carcere), Bologna offre oggi un contesto assai favorevole allo sviluppo di progetti sulla cittadinanza plurale, quale quella disegnata dalla nostra Costituzione. I progetti messi in campo (tra cui quelli della commissione diocesana diretta da Fabrizio Mandreoli di cui Viaggio Intorno al Mondo è esempio) vogliono essere anche di aiuto alla nuova generazione di cristiani, i quali devono trovare il modo di ridefinire la propria fede e identità in quadro di “super-diversità”, come i sociologi oggi definiscono la fase della storia nella quale siamo entrati.
Viaggio Intorno al Mondo e Religioni per la cittadinanza si trovano in continuità semantica, per così dire, in quanto entrambi i progetti ritraggono (sebbene con angolazioni diverse) una parte della complessità che abita le nostre città post secolari e offrono una strada per l’integrazione e il confronto laddove le sfide del multiculturalismo generano criticità. La Costituzione e le pratiche di buona cittadinanza si mostrano ancora una volta risorse indispensabili e fondamentali per trasformare la diversità in pluralismo e dare modo di esprimere il bisogno di riconoscimento della propria identità di fede, culturale e sociale a chi non ha voce.
Trailer di Nel bene e nel male di Lorenzo Stanzani